The opportunity of a global overview effect

Thanks to NASA for this picture.

These days, when the world gradually shuts down in its fast routines, endless lists of necessities and madding movement, when people gradually begin the enforced separation from the outside reality and go back in their houses, many feel more or less anxious to face the silence, the boredom, the emptiness – although not all have, of course, the luxury to do so.

There is a multitude of people involved in the forefront of this fight, which I don’t like to call war because that inevitably comes with the idea of facing an evil enemy whereas here what we face is an entity – whose creation is for some even to find in human’s wrongdoing – which simply is trying to survive and the deadly effect it has on us is not just the linear result of its actions but probably, even more, the result of our convoluted lifestyles and lack of updated apt defense-mechanisms and long-term vision. Viruses go back hundreds of years but with old-school worlds what would have been a struggle for a town, a region or country is now in modern life, a planet-wide pandemic.

These people facing the real danger and the real drama are using their powers to stop the spreading and they live a life of meaning today more than ever because their careers have a central role in society and of course this comes with a huge responsibility and risk. Alongside them, the victims, who face a solitary end of this life fighting for the last breath, are protagonists to a tragedy that the human mind struggles to accept and because of that many prefer to hide behind common moans because the thought of what that is and would mean for loved ones would just be unbearable.

For everyone else, the biggest majority that remains untouched by the direct contact and is simply momentarily giving up some freedom, sheltering in their places, in a new normal that is so unsettling at first and so unusual especially for the younger generations, this is a time of detachment and for the lucky ones, introspection.

I say the lucky ones because really if it wasn’t for the tragedy out there, what happens here is a rare privilege of a time where we can feel allowed to slow down, un-distracted, and re-focus.

Astronauts have many times spoken to something called the overview effect, what happens when you are removed from Earth and find yourself so far away, feeling alone, contemplating it from outside. The vast beauty, the gestalt emerging from the sense of emptiness,  can be breath-taking and revealing of deep vulnerabilities and fragility, but of course, deeply inspiring as well.

As mentioned above, it is common to experience at first some anxiety, unsettlement coming from the sense of displacement and of course a level of resistance from the new circumstances. Worrying, racing thoughts can also find fertile ground in the unwanted restriction. On the opposite side, some level of denial can bring others to feel like nothing has truly changed or that “I don’t see the problem here, this is just like the vacation I needed”. And the problems stay outside. For a while.

To this, of course, we ought to add that relationships are also under more intense requests since the smaller spaces and tighter times bring less individual zones and potentially strains. The tendency can easily become, especially for families, to treat each other as means to ends to get work, chores or sleep done without making time for each other, either to spend alone or together, with purpose. It might seem that the time is frozen but weeks and months will pass so we should avoid wasting them without creating good memories.

In many forms we are seeing how this situation can put us in a very uncomfortable state but, as usual, from a challenge comes a possibility to channel the difficult emotions in a constructive direction, working with ourselves towards a desperately needed overview effect. Slowing down, facing mindfully inward or towards each other, courageously stripped of all infrastructures, we can get a stroke of (self-realised) luck finding new meaning, new purpose, enlightening a new way of being. So much so that when this all ends, going back to the chaotic, un-mindful normal would seem just wrong.

And I believe we can already see some glimpse of that. We are re-discovering surprise and awe in places so often overlooked just because they now look so empty, almost abandoned and the beauty can, at times, feel so naive. We are noticing some small actions now only allowed for short intervals and tasting them as they were new.

There is a silver lining here, for the lucky ones, to bring back pieces together in a new wholesomeness.

 

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In questi giorni, mentre il mondo gradualmente ferma le sue veloci routine, le infinite liste di cose da fare e il suo generale tumultuoso movimento, mentre le persone si abituano a una forzata separazione dalla realtà esterna e rientrano stabili nelle loro abitazioni, molti sentono il silenzio, la noia, il vuoto pesare più o meno sul livello personale di ansia. Certamente, c’è anche chi nell’atmosfera domestica non trova il lusso della calma e del silenzio.

C’è una moltitudine di persone direttamente impegnate nel fronte della battaglia, che personalmente scelgo di non chiamare “guerra” perchè inevitabilmente ciò porterebbe l’idea di un nemico da sconfiggere mentre ciò che l’umanità sta affrontando è un’entità – la cui nascita, per alcuni, è proprio da attribuire seppur in parte agli errori degli essere umani – che semplicemente cerca di sopravvivere e il suo effetto mortale non è solo l’effetto lineare della sua lotta alla sopravvivenza ma probabilmente ancor più da ritrovare nell’organizzazione della società e dei nostri complessi stili di vita, così mancanti di una strategia aggiornata di difesa per agenti del genere e priva quasi di una visione a lungo termine. I virus esistono da centinaia di anni ma mondi precedenti all’attuale avrebbero visto una lotta locale di una comunità, un paese, una regione mentre ora nel mondo moderno si genera una pandemia globale.

Le persone in prima linea stanno vivendo e assorbendo un rischio enorme e un dramma profondo, usando tutto ciò che è in loro potere per fermare l’avanzare del virus e si trovano in ciò ad esplicare in maniera estrema lo scopo delle loro professioni, così centrali in una società. Inoltre bisogna ricordare le vittime, che affrontano un fine di vita solitario lottando all’ultimo respiro, una tragedia che la mente umana fa estremamente fatica ad accettare e perciò molti necessitano di nascondersi dietro lamentele quotidiane senza affrontare una realtà che se toccasse i nostri cari sarebbe semplicemente insostenibile.

Per tutti gli altri, la maggioranza che rimane non direttamente toccata dalla malattia ma semplicemente costretta temporaneamente a dare un pò della propria libertà, trovando protezione nelle proprie case, si instaura una nuova normalità straordinariamente angosciante, specialmente per le generazioni più giovani totalmente sconosciuta, un tempo di distacco e, per chi è più fortunato, introspezione.

Se infatti non fosse per la tragedia che si accompagna, la situazione attuale rappresenterebbe un unico momento di privilegiata lentezza, un tempo in cui si può diminuire le distrazione e rimettere a fuoco.

Gli astronauti hanno molte volte parlato di un effetto di insieme che si presenta quando ci si trova fuori dalla Terra, nello spazio, lontani, ad osservarla in solitudine. L’enorme bellezza, la gestalt emergente dall’assenza, può togliere il respiro e portare rivelazioni di vulnerabilità e fragilità ma anche di profonda inspirazione.

Come dicevamo, è molto comune sperimentare prima di tutto ansia, confusione, che proviene proprio da questo spaseamento e dalla resistenza che inevitabilmente si avverte inizialmente per le nuove circostanze. Pensieri che si rincorrono circolarmente possono anche trovare terreno fertile nel senso di imprigionamento forzato. Dall’altra parte, un certo livello di negazione può far dire ad altri “non è che sia un grande problema, questa è proprio la vacanza di cui avevo bisogno”. E i problemi, le sfide, rimangono fuori dalla porta. Per un pò.

A questo bisogna anche aggiungere che le relazioni si ritrovano sotto pressione, con spazi piccoli e tempi ristretti, inevitabilmente chiedendo sacrifici alle nostre individualità. La tendenza può facilmente essere, specialmente per le famiglie, di trattarsi come merce di scambio, per poter svolgere compiti casalinghi e ritrovare del riposo ma senza mettere da parte tempo per l’un l’altro, da spendere da soli o in compagnia, con intenzione. Può sembrare che il tempo si fermi ma invece settimane e mesi trascorrono e si dovrebbe evitare l’involontario spreco di prezione memorie.

In molti modi vediamo come la situazione attuale può essere scomoda ma, come si sa, da una sfida può nascere una opportunità, di incanalare le difficili emozioni in una direzione costruttiva, lavorando con noi stessi per raggiungere un necessario effetto di insieme. Rallentando, concentrandosi all’interno, o verso l’altro, con intenzione, coraggiosamente mettendo da parte le proprie infrastrutture esterne, possiamo avere un colpo di fortuna (costruita da noi) e trovare nuovi significati, nuovi scopi, un nuovo modo di essere illuminati. Così tanto che quando la restrizione verrà gradualmente ridotta e si potrà tornare alla vita caotica di prima, ci sembrerà palesemente sbagliato.

E io credo che già possiamo vedere qualche barlume di questo. Stiamo ritrovando sorpresa e meraviglia quasi ingenua per posti che troppo spesso ignoravamo semplicemente perchè ora sono vuoti, quasi abbandonati e così belli. Stiamo ri-notando le piccole azioni che ora sono concesse in piccole dosi e le assaporiamo come fossero nuove.

C’è un risvolto positivo, per i più fortunati, di riunire i pezzi in una nuova genuina unità.